il tempo, dove il pensiero è l’atto del creato, dove ricercar la verità è ritrovar se stessi come conquista d’un tesoro nascosto.(Aaronn)

lunedì 22 novembre 2010

Sos brebos

In Sardegna, specialmente nelle campagne, persistono ancora antiche tradizioni magiche, tanto che molti confidano ancora oggi nel soprannaturale, così come nei rimedi della medicina popolare; persistono ancora regole d’una vita che riflette, in molteplici aspetti, epoche pagane con certi riti e usanze mai mutati, che si avvalgono di scongiuri, preghiere, formule propiziatrici: sos berbos (o brebus).
Malocchio, magia e superstizione sono fortemente presenti nella tradizione popolare sarda; attraverso i riti magici, infatti, gli uomini cercano di proteggere se stessi e gli animali dalla cattiva sorte.
La magia è un’arte praticata soprattutto dalle donne.
Questo era, infatti, uno dei grandi ambiti in cui la donna sarda era protagonista e affermava se stessa: essere depositaria dell’arte magica dava alla donna l’opportunità di avere un ruolo sociale distinto dall’ambito familiare. Le doti magiche erano acquisite in eredità dalle madri che insegnavano alle proprie figlie un linguaggio di formule e riti da usare sia per fini terapeutici che per i sortilegi. “Avere fede in Dio, credere, conservare il segreto del rito” sono espressioni tipiche di un linguaggio in cui è evidente come fede e magia si intreccino dando vita ad un sincretismo magico-religioso in cui i valori pagani sono inestricabilmente legati ai valori cristiani.

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